Che cos’è la disoccupazione agricola? Scopriamo di cosa si tratta e quali sono i requisiti necessari per accedervi.
Se hai sentito parlare di disoccupazione agricola e non sai di cosa si tratta, sei capitato nel posto giusto. La disoccupazione agricola è un’indennità riconosciuta a determinate categorie di lavoratori dipendenti e a figure equiparate.
Si tratta di una prestazione economica, il cui importo è aggiornato annualmente dal l’Istat in base al reale costo della vita. Quest’anno, ad esempio, il massimale è più alto e i lavoratori che ne hanno diritto potranno percepire un’indennità di disoccupazione agricola di 1321,53 euro.
Ma esattamente cos’è la disoccupazione agricola e a chi spetta?
La disoccupazione agricola è una prestazione economica riconosciuta dall’INPS ai lavoratori del settore dell’agricoltura. Per poter accedere a questa prestazione economica è necessario essere lavoratori dipendenti o figure equiparate, che non svolgono attività lavorativa.
L’indennità di disoccupazione agricola è riconosciuta per un numero di giornate pari a quelle lavorate. Prima di inviare la domanda all’INPS. Tuttavia, la disciplina ha individuato il limite massimo di 365 giornate all’anno. Quest’indennità è stata istituita dal Decreto legge del 9 ottobre 1989, con lo scopo di riconoscere una prestazione economica ai lavoratori del settore dell’agricoltura, che involontariamente sono privi di occupazione. Si tratta di una misura simile alla Naspi, ma rivolta ai lavoratori dipendenti che prestano servizio nelle aziende agricole.
Affinché un lavoratore possa percepire l’indennità di disoccupazione, a cui stiamo facendo riferimento, è necessario che sia iscritto nell’elenco normativo dei lavoratori agricoli dipendenti. Inoltre, è necessario avere almeno 2 anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione volontaria e che abbiano almeno 102 contributi giornalieri, nel biennio in cui è incluso anche l’anno a cui fa riferimento l’indennità.
La disoccupazione agricola può essere riconosciuta anche ai lavoratori in cui rapporto di lavoro è stato interrotto per motivi disciplinari. In questo caso, infatti, il licenziamento non viene considerata una disoccupazione volontaria, perché non deriva automaticamente dall’esito disciplinare, ma dalla valutazione del datore di lavoro. Per i lavoratori che si dimettono per giusta causa, l’INPS provvederà al pagamento dell’indennità ordinaria di disoccupazione. Rientrano nelle dimissioni per giusta causa quelle presentate dal lavoratore per molestie sessuali, per mobbing, per spostamento da una sedia all’altra senza che sussistano ragioni tecniche e così via.
Possono accedere alla disoccupazione agricola sia gli operai a tempo determinato che quelli a tempo indeterminato. L’indennità è riconosciuta anche ai piccoli coloni, ai compartecipanti familiari e ai piccoli coltivatori diretti.
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