Il 2024 sarà un anno di ulteriori e forti rincari. Ecco come tutti noi cittadini italiani possiamo difenderci.
Nel corso del 2024, l’Italia registrerà un aumento significativo dei prezzi, che sta già generando preoccupazioni tra i consumatori e sollevando interrogativi sull’andamento dell’economia nazionale. Questo fenomeno, noto come inflazione, coinvolgerà diversi settori, contribuendo a una crescente pressione sui bilanci familiari. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato, infatti, che nel nuovo anno si prospetta un aggravio di + 1.011,26 euro annui sui conti di ciascuna famiglia.
Le cause dell’inflazione sono varie e variabili. L’incremento dei costi di produzione per le aziende crea una catena di rincari che si riflette sui prezzi finali dei beni e dei servizi. Eventi internazionali, come conflitti geopolitici o crisi economiche in altre parti del mondo, hanno ripercussioni sull’economia italiana, influenzando i prezzi delle materie prime e delle importazioni. Le decisioni delle istituzioni finanziarie nazionali e internazionali riguardo ai tassi di interesse e alla quantità di denaro in circolazione generano impatti sull’inflazione.
I prezzi dei carburanti hanno già sperimentato un costante aumento, attribuibile a vari fattori, tra cui le fluttuazioni del mercato petrolifero globale e le tensioni geopolitiche. Questo ha avuto un impatto diretto sui costi di trasporto e sui beni di consumo. Il 2024 appena iniziato non segnerà inversioni di tendenza: i rincari saranno tra il 2 e il 3%. Anche il settore alimentare ha già subito rincari, con l’aumento dei costi di produzione, distribuzione e trasporto. I consumatori hanno risentito di prezzi più elevati per generi alimentari di base, mettendo alla prova la capacità di acquisto delle famiglie. E questo 2024 non farà eccezione: +4,78% le stime. Così come torneranno a salire gli importi delle bollette energetiche a causa dell’aumento dei costi di produzione e delle politiche ambientali che hanno influenzato il costo dell’energia. Il 2024 farà registrare un +6,90%
L’aumento dei prezzi ha già ridotto il potere d’acquisto dei consumatori, mettendo a dura prova i bilanci familiari e influenzando le scelte di spesa. Le imprese, soprattutto quelle a conduzione familiare o di piccole dimensioni, devono affrontare maggiori costi operativi, minacciando la loro sostenibilità economica. In generale, l’inflazione ha un impatto diretto sulla qualità della vita, con l’accesso a beni e servizi essenziali che diventa più difficile per molte famiglie. E, allora, come difendersi?
In nostro soccorso corre il Codice Civile e, in particolare, l’articolo 1467 del Codice civile. Esso sostiene che in tutti i contratti dove entrambe le parti devono eseguire una prestazione se la prestazione di una delle parti diventa eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili (come, per esempio, l’inflazione) la parte che deve eseguire tale prestazione può chiedere la cosiddetta risoluzione del contratto. Tra le possibili evenienze, la compravendita, la prestazione di servizi, l’affitto, la fornitura di utenze domestiche e abbonamenti. Il consiglio è sempre quello di affidarvi a professionisti per tutelare i vostri diritti.
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