Sono milioni i casi fino ad ora accertati, una vera e propria emergenza sanitaria che coinvolge persone di ogni età, neonati compresi.
Fino ad ora i casi conclamati d’infezione sono due milioni e mezzo e i dati continuano a crescere. A quanto emerso, le malattie vengono in prevalenza trasmesse sessualmente e la fascia di popolazione maggiormente a rischio risulta quella dei neonati. Si tratta di tre malattie specifiche che stanno mettendo letteralmente in ginocchio gli Stati Uniti d’America.
Si tratta di malattie come clamidia, gonorrea e sifilide. I dati a disposizione risalgono al 2022 e, pur non essendo ancora disponibili i dati definitivi dello scorso anno, i Centri di Controllo e Prevenzione delle malattie degli USA (CDC) hanno lanciato l’allarme, in particolare per l’emergere della sifilide, che ha portato ad un preoccupante +80% di casi nell’ultimo quinquennio e ad un +17% solo nel 2022 rispetto all’anno precedente.
Il che coincide con oltre duecentomila casi registrati (203.500 per l’esattezza), tra i quali 231 hanno condotto a decessi perinatali (ovvero tra la ventottesima settimana di gestazione e le prime quattro settimane di vita neonatale) ed a 51 decessi di neonati. Da tempo quindi le autorità si interrogano sul come si sia potuti giungere a questa situazione che, attraverso screening e terapie specifiche, potrebbe essere prevenuta ed evitata nell’88% dei casi.
Il New York Times ha interrogato alcuni esperti per comprendere i motivi dell’impennata della sifilide e di altre malattie il cui contagio avviene per trasmissione sessuale. Tra quelli indicati come i più rilevanti, gli esperti hanno posto l’accento sui progressi alla lotta all’HIV che, come effetto collaterale, hanno condotto ad una drastica riduzione dell’uso dei profilattici.
Inoltre, secondo gli esperti la chiusura in tutto il Paese di molte cliniche per la salute sessuale ha causato una diminuzione dell’offerta di servizi per la salute riproduttiva, oltre anche all’aumento dell’abuso di sostanze, impennato durante il Covid, legato ad attività sessuale occasionale, promiscua e dunque a rischio. La maggior parte dei casi è stata registrata nelle fasce meno abbienti e più precarie della popolazione statunitense, pur essendo tutte le comunità e tutti gli strati sociali coinvolti, nessuno escluso.
“Le malattie sessualmente trasmissibili, in particolare la sifilide, continueranno a sfuggire al controllo – hanno dichiarato congiuntamente gli esperti della NCSD, la National Coalition of STD Directors, tra le più autorevoli ed importanti associazioni di medici esperti in malattie trasmesse sessualmente – fino a quando l’amministrazione e il Congresso non daranno alle comunità i finanziamenti di cui hanno bisogno per fornire i servizi di screening, trattamento e prevenzione più basilari”. I quali, come dicevamo, potrebbero prevenire ben l’88% dei casi. Urgono quindi test precoci, in particolare per le donne in gravidanza.
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