0La Direttiva UE denominata Case Green ha un scadenzario molto preciso con obiettivi da raggiungere tutti insieme. Cosa devi fare adesso?
Nonostante qualcuno pensi che si tratti solo di una gigantesca bufala, il cambiamento climatico è una prospettiva con cui occorre fare i conti da subito e all’interno dell’Unione Europea uno dei modi per cercare di ridurre le emissioni, i principali responsabili dei cambiamenti climatici, si stanno attuando politiche a tutto campo.
Una delle questioni però più spinose sta riguardando le case. La cosiddetta direttiva Case Green, infatti, è quella che dovrebbe portare a un aggiornamento degli immobili anche nel nostro Paese, a partire dalla riduzione della percentuale di caldaie a gas, passando per i pannelli solari, fino ad arrivare a una riqualificazione generale del patrimonio edilizio.
Quella su cui si sta per trovare un accordo è comunque una direttiva abbastanza stringente ma meno rispetto al testo iniziale. Contiene però un cronoprogramma che andrà in qualche modo rispettato.
Cosa prevede la direttiva Case Green?
Lo scopo finale anche della direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili è ovviamente quello di portare l’Unione Europea ad avere un impatto minore sull’ambiente. Anche perché senza azioni concrete che vadano a tagliare le emissioni ovunque sia possibile, rischiamo una compromissione ulteriore del clima e, da ultimo, mettiamo a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta. Lo scopo è quello di arrivare al 2050 con quella famosa neutralità climatica che dovrebbe quindi azzerare le emissioni o comunque controbilanciarle in modo che si abbia zero come risultato.
Ciò significa che anche i proprietari di case dovranno fare la loro parte. Le nuove scadenze riguardano per esempio le caldaie a gas e i pannelli per il fotovoltaico. In particolare per i pannelli solari non c’è più l’obbligo di installarli su tutti i tetti mentre per le caldaie il divieto di installazione passa al 2040 anziché 2035, come era stato inizialmente previsto. Quelli che però rimangono sono dei paletti riguardo le emissioni e i consumi energetici: al 2030 gli edifici dovranno essere in grado di consumare almeno il 16% in meno e arrivare al 2035 con un -22%. Il calendario effettivo dovrà essere stabilito dai governi nazionali ma questi del 2030 e 2035 sono i due paletti che occorrerà toccare per adeguarsi alle direttive.
Un adeguamento che in Italia potrebbe essere piuttosto complicato e parecchio oneroso. Secondo i dati riportati da Enea, infatti, solo il 26% delle abitazioni su tutto il territorio nazionale si trova in una classe energetica superiore a D. Il 34% per esempio è in classe G, la più energivora, mentre un altro 24% circa si trova in classe F e un altro 16% circa in classe E. Sono quindi 11 milioni le case che andranno riviste e che dovranno riuscire a mettersi al passo coi tempi e diventare a loro volta case un po’ più Green.