Un’indagine durata diversi anni ha gettato luce su una situazione sconcertante nel mondo delle acque minerali in Francia.
La caratteristica principale delle acque minerali, si sa, è la loro purezza; questa proveniente da falde profonde e incontaminate. Tuttavia, una lunga indagine ha rivelato che questa stessa purezza è stata compromessa da alcune pratiche illecite adottate da noti produttori, e sorprendentemente, il Governo francese sembra essere a conoscenza di queste frodi da anni.
La questione riguarda le acque minerali prodotte in Francia, la cui incontaminazione pare essere stata taroccata dall’uso di trattamenti non ammessi dalla legge francese, come microfiltrazioni a livelli più fini di quelli consentiti, filtri a carboni attivi e raggi ultravioletti. Il Governo, oltre ad avere chiuso un occhio, sembra abbia dato addirittura il lascia passare ai produttori. Il problema vede come protagonista un marchio in particolare, conosciuto e bevuto in tutto il mondo.
La normativa francese, da sempre impone regole rigorose per le acque confezionate, consentendo solo specifici trattamenti per preservare la loro purezza. Tuttavia, pare che Il Governo francese avrebbe addirittura negoziato con Nestlé Water. Questo, autorizzando pratiche di microfiltrazione al di sotto degli standard legali in cambio di compromessi da parte dell’azienda. Questa mossa ha suscitato indignazione, poiché sembra mettere a rischio la salute dei consumatori in cambio di interessi economici. Da quanto emerso, lo scandolo non vede solo la nota casa produttrice, ma riguarda circa il 30% dei marchi francesi di acque minerali.
Secondo la stampa francese, è stata la stessa Nestlé a rivolgersi alle autorità ammettendo di aver utilizzato trattamenti ultravioletti vietati su alcune delle sue acque minerali, questo per preservare “la sicurezza alimentare”, e chiedendo così un ammorbidimento della normativa. Tuttavia, anche chiuso un occhio al riguardo, le analisi mostrano che non si tratta solo di prevenire eventuali incidenti: alcune sorgenti sarebbero contaminate da pesticidi o da batteri Escherichia coli. A tal proposito, l’unico modo per utilizzarne le acque è quello di depurarle. Radio France e Le Monde, inoltre, segnalano documenti che rilevano filtri nascosti negli armadi elettrici e di controlli sull’acqua “non depurata”.
In tutto ciò, il Governo avrebbe accettato di negoziare con l’azienda, indicando alle prefetture di autorizzare pratiche di microfiltrazione al di sotto degli 0,8 micron, senza però informare né la magistratura né le autorità europee. Nel frattempo la procura di Epinal ha aperto un’indagine preliminare nei confronti di Nestlé, mentre la vicenda potrebbe coinvolgere altre aziende.
Anche la reazione dei sindacati e di altri produttori di acque minerali non si è fatta attendere. I lavoratori sono scioccati dalle informazioni false fornite loro sulla qualità dell’acqua, mentre altri produttori, come Danone, cercano di dissociarsi, assicurando che rispettano rigorosamente le leggi e le normative in vigore. Attualmente però, il mondo delle acque minerali in Francia è scosso da uno scandalo che mette in discussione la fiducia dei consumatori.
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