In pochi sanno per quanto tempo bisogna conservare le bollette, estratti conto e ricevute. In questo modo non avrai mai delle brutte sorprese.
Ad oggi uno degli argomenti più discussi nel dibattito pubblico è sicuramente quello legato all’energia. A partire dallo scorso 10 gennaio 2025 è finito il mercato tutelato. Questo tema è stato menzionato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede quello che un processo di piena liberalizzazione in materia di vendita di energia elettrica. Spesso però, specie in vista dei nuovi prezzi potrebbe risultare molto utile conservare quelle che sono le vecchie bollette. Questo potrebbe essere utile specialmente per confrontare i prezzi.
Questa pratica, sempre più utilizzata dai cittadini è utile anche per la prova del pagamento di un bene o di un servizio ricevuto. Questo può essere utile in caso di controversie future con fornitori o enti. In questo modo ogni cittadino potrà dimostrare di aver adempiuto ai propri obblighi finanziari. In pochi però sono a conoscenza della durata entro il quale è possibile conservare questi documenti, come anche estratti conto e ricevute. Adesso spunta una guida completa per capire quali sono i termini di interesse per i cittadini.
Quanto tempo dovremmo conservare bollette, ricevute e fatture? È una domanda comune che riguarda molti aspetti della nostra vita finanziaria e amministrativa. La conservazione di questi documenti non solo è una questione di ordine, ma anche di prudenza, poiché possono essere necessari come prova di pagamento in caso di dispute future con fornitori o enti. Ma per quanto tempo dovremmo tenerli? La risposta dipende dal tipo di documento e dal termine di prescrizione dei crediti a cui si riferisce.
Per quanto riguarda le bollette sono diversi i periodi di conservazione per quelli che sono i documenti più comuni. Per quelle inerenti ad acqua, luce e gas il periodo è di due anni. Passando al telefono fisso o mobile ed internet la durata massima invece è di 5 anni. Situazione differente per quanto riguarda la casa con ricevute dell’affitto e delle spese condominiali ordinarie è sempre di 5 anni e 10 anni per quelle straordinarie. Le ricevute per lavori di ristrutturazione per le detrazioni fiscali invece hanno durata di 6 anni.
Arrivando al mondo delle tasse, invece, le ricevute di pagamento delle imposte sono pari a 5 anni a partire dall’anno successivo a quello della dichiarazione di riferimento. Per l’invio della dichiarazione dei redditi il tempo è di sette anni, mentre per le spese detraibili e la tassa sui rifiuti è di 5 anni. Il Bollo auto ha durata di 3 anni, mentre multe stradali ed altre sanzioni amministrative avranno sempre durata di 5 anni.
Passando poi alle spese varie, gli scontrini valgono per la durata della garanzia del prodotto acquistato e quindi massimo 2 anni. Fatture per acquisti con Partita IVA ai fini di garanzia hanno invece un solo anno di validità. Mentre le ricevute per ristoranti ed alberghi possono valere per 6 mese. Le quote scolastiche e per corsi sportivi hanno un solo anno di durata, mentre multe e contravvenzioni 5 anni prima di essere archiviate.
Sono tantissime quindi i termini che bisogna ricordare, quel che è certo è che la conservazione dei documenti è fondamentale per gestire correttamente la propria situazione finanziaria e legale. Assicurarsi di rispettare i periodi di conservazione corretti può aiutare a evitare problemi futuri e garantire una corretta documentazione dei propri acquisti.
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