Brutte notizie per alcuni proprietari di immobile. Arriva una nuova tassa e chi non ottempererà all’obbligo dovrà pagare sanzioni.
Dal 1° gennaio 2024 c’è una nuova tassa che dovrà essere corrisposta dai cittadini proprietari di una casa ristrutturata al verificarsi di determinate situazioni. Scopriamo che sarà tenuto ad uscire molti soldi.
I proprietari di immobili non stanno vivendo un bel periodo. Pensavano che aver comprato una casa caricandosi sulle spalle un mutuo potesse significare avere in mano un bene di valore da lasciare un giorno ai figli o comunque da vivere senza pensieri. Purtroppo non è così. La propria abitazione potrebbe presto valere molto poco se non ristrutturata secondo le direttive UE per avere una casa green dai consumi ridotti.
Senza pannelli solati, infissi nuovi, cappotto termico, caldaia a biomassa, l’abitazione non si potrà vendere né affittare perché non rientrante nei canoni previsti dall’Unione Europea. Ciò significa che tante famiglie dovranno affrontare lavori che non avevano intenzione di eseguire essendo altamente costosi. C’è chi ha già agito in tal senso approfittando dei Bonus casa, Superbonus in primis ma ora rimarranno beffati. C’è una tassa che dovranno pagare.
L’imposta per chi vende casa dopo il Superbonus è attiva dal 1° gennaio 2024. Parliamo di una tassa sulla plusvalenza realizzata dai proprietari delle abitazioni ristrutturare. Tale imposta verrà applicata alle compravendite entro dieci anni dagli interventi e solamente sugli immobili che hanno utilizzato la detrazione come sconto in fattura o cessione del credito. Prima il risparmio, dunque, poi la batosta in caso di vendita.
Sono esclusi dal nuovo obbligo solo le case acquisite per successione oppure adibite a prima abitazione per la maggior parte dei dieci anni precedenti alla vendita. La tassa non va versata nemmeno se tra la data di acquisto/costruzione e quella di cessione passano meno di dieci anni per la maggior parte del periodo. Ma in cosa consiste l’imposta? Si tratta di un’imposizione fiscale del 26% prevista in caso di vendita entro cinque anni e sulle plusvalenze legate alla vendita di un’abitazione entro dieci anni dall’esecuzione degli interventi ammessi al Superbonus.
Inoltre, il prezzo di acquisto o di costruzione sarà rivalutato sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo stabilita dall’ISTAT. Per quanto riguarda il conteggio della base imponibile su cui applicare l’aliquota del 26% occorre sottrarre le spese al 50% per i lavori agevolati conclusi da più di cinque anni. Se i lavori si sono conclusi da meno di 5 anni dalla vendita allora tra i costi deducibili e non concorrenti alla plusvalenza non si terrà conto di quelli relativi al Superbonus.
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