Tante famiglie fanno fatica a pagare le bollette. Ecco quando la luce può essere “staccata” dal gestore del servizio
Negli ultimi mesi, si è registrato un preoccupante aumento delle bollette della luce non pagate, con conseguenze che si ripercuotono sia sulle famiglie che sulle risorse energetiche nazionali. Ma cosa succede? C’è davvero il rischio di rimanere al buio? Ecco quando la luce viene “staccata”.
Questa tendenza, aggravata dalla crisi economica e sociale scaturita dalla pandemia, sta mettendo in difficoltà numerose famiglie italiane. Non si tratta, infatti, di una voglia di evadere. A volte, visti i tempi che viviamo, si tratta di impossibilità di pagare. E i cittadini sono sempre più spaventati.
Il governo è chiamato a intervenire per affrontare questa emergenza sociale ed energetica. È necessario adottare misure volte a sostenere le famiglie in difficoltà economica, attraverso sostegni finanziari mirati e politiche di riduzione delle bollette energetiche per i ceti più vulnerabili. Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere la consapevolezza sull’importanza del pagamento delle bollette energetiche e sull’utilizzo responsabile delle risorse energetiche.
Le bollette energetiche rappresentano un costo fondamentale per la vita quotidiana, e il mancato pagamento comporta gravi conseguenze, tra cui il rischio di interruzioni del servizio e ulteriori sanzioni finanziarie. L’emergenza economica causata dalla pandemia ha reso molti nuclei familiari incapaci di far fronte a queste spese, portandoli a ritardare o addirittura a non pagare le bollette.
E la paura di vedersi interrotto il servizio ovviamente peggiora e appesantisce ulteriormente la situazione. Ma è davvero così? Dopo quanto la luce viene “staccata”? I ritardi nei pagamenti hanno delle ripercussioni sempre crescenti man mano che il ritardo cresce. Nessuna conseguenza se il ritardo è dai due ai sette giorni. Mentre entro le due settimane l’ente gestore invia una raccomandata con il sollecito.
Se si continua a non pagare si subisce un ridimensionamento del 15% del fabbisogno. Questo, evidentemente, incide sulla possibilità di utilizzare gli elettrodomestici. Sostanzialmente si potrà solo tenere le luci accese, che è considerata una questione primaria di sopravvivenza. Il distacco definitivo avverrà solo se si continuerà a non pagare per altri 15 giorni. Per riattivare la nostra fornitura si dovrà quindi prima saldare il pregresso che, ovviamente, potrebbe essere caricato di more e interessi. Nel mercato libero tali costi ammontano a 25,20€ per la riattivazione del contatore.
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