Email e messaggi fuori dall’orario di lavoro sono una costante per molti dipendenti: bisogna rispondere o si possono ignorare?
Chi fa lavoro d’ufficio sa benissimo che le comunicazioni tra colleghi o con il datore di lavoro sono fondamentali per il coordinamento del lavoro di squadra. Proprio per questo motivo è sempre necessario rispondere in maniera tempestiva e puntuale a tutti i messaggi che arrivano dall’azienda o dai colleghi allo scopo di assicurarsi che il flusso di lavoro si sviluppi senza problemi.
Se questo approccio, oltre che a essere valido, è obbligatorio durante l’orario lavorativo, cioè quando si sta in ufficio con i colleghi, sorge il dubbio che non lo sia al di fuori di tale orario. È diventato particolarmente importante dare una risposta a questo quesito dal momento in cui lo smart working è diventato una prassi diffusa e consueta.
Molto spesso, infatti, i dipendenti o i lavoratori autonomi in smart working si ritrovano a ricevere comunicazioni di lavoro fuori dall’orario lavorativo e spesso si tratta di comunicazioni che richiedono una risposta tempestiva. In alcuni casi il lavoratore è sottoposto a una tale pressione psicologica da considerarsi in difetto se la sua risposta non arriva nel momento in cui viene richiesto il suo intervento, quindi si sente obbligato a rispondere in qualsiasi occasione.
Data questa situazione sempre più diffusa, e la pressione talvolta notevole che le aziende fanno sui propri dipendenti, è bene specificare che nessun dipendente e nessun libero professionista è tenuto a rispondere ai messaggi di lavoro al di fuori dell’orario lavorativo.
Tale diritto al riposo e alla disconnessione sono garantiti dall’articolo 36 della Costituzione Italiana e ovviamente se venissero violati, chi li viola dovrebbe rendere conto di tale comportamento davanti alla legge.
Va specificato tuttavia che se il lavoratore vuole rispondere a messaggi e telefonate che riceve al di fuori del proprio orario lavorativo può farlo. Bisogna soltanto ricordare che si tratta di un’eccezione e che il datore di lavoro non può pretendere che un approccio del genere diventi la norma.
Questo significa che, se in una situazione di particolare emergenza il lavoratore risponde a mail e telefonate fuori dall’orario di lavoro dovrebbe essere soltanto ringraziato dal datore di lavoro e dai colleghi e in nessun caso potrebbe essere obbligato a farlo o ricattato moralmente perché lo faccia sempre.
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