Si è scatenata una bufera per l’arrivo delle banane modificate geneticamente: la vera natura del nuovo OGM.
Quando si parla di natura pare incomprensibile pensare che questa venga alterata dalla mano umana, seppur sapiente. Il fatto è che in questi anni la cultura alimentare ci narra di prodotti bio; rispettosi per la salute e per l’ambiente. Tuttavia, pare essere la stessa natura a generare problemi alle coltivazioni, mettendo a rischio la crescita delle banane.
A tal proposito emerge un nuovo OGM, chiamato QCAV-4, ossia la prima banana geneticamente modificata ed approvata alla vendita dalla dalla Food Standards Australia New Zealand (FSANZ). Tra dubbi e perplessità, vi è ancora poca informazione sul motivo di tale scelta, ma la causa stavolta non sembrerebbe girare puramente a livello economico, bensì alla presenza di un fungo alquanto pericoloso per le stesse banane. Dopo sette anni di studi, finalmente emergono maggiori dettagli.
Il recente via libera alla coltivazione della varietà di banana QCAV-4 è stato accolto con grande interesse e sollievo da parte dei ricercatori. Questa variazione genetica, infatti, consente alla pianta di resistere al fungo del terreno TR4, una minaccia diffusa e pericolosa per le banane. Il fungo TR4, isolato in Australia nel 2015, non ha attualmente cure efficaci ed è in costante espansione, minacciando ogni giorno numerose piantagioni, specialmente a causa delle alluvioni che lo trasportano a lunghe distanze.
La QCAV-4 è il risultato di sette anni di studi condotti dai ricercatori della Queensland University of Technology (QUT). Hanno identificato una specie di banane selvatiche, Musa acuminata malaccensis, che è naturalmente immune al TR4. Dopo aver individuato il gene responsabile di questa resistenza, lo hanno introdotto nella varietà Cavendish, la più diffusa al mondo, ma priva di questa difesa naturale. Tutti i test condotti hanno confermato l’assenza di rischi per la salute umana e non hanno rilevato differenze nutrizionali significative rispetto alle banane non modificate geneticamente.
Sebbene l’ultima approvazione da parte dei Ministeri del cibo di Australia e Nuova Zelanda sia ancora in sospeso, sono state stabilite alcune regole. In primo luogo, le banane QCAV-4 saranno coltivate in zone separate e controllate per evitare contaminazioni incrociate. Inoltre, saranno destinate alla vendita al dettaglio e all’uso in alimenti processati come polpa, frutto surgelato o disidratato. Mentre le etichette dovranno rispettare le norme vigenti per gli alimenti ottenuti da OGM approvati.
I ricercatori della QUT hanno anche presentato richiesta di approvazione per la tecnica utilizzata, chiamata Gene Technology Regulator (GTR). Questo, con l’obiettivo di applicarla a malattie devastanti come il sigatoka nero, un altro fungo diffuso che danneggia anch’esso gravemente le piante di banane. Con molta probabilità, se il fungo del terreno TR4 raggiungesse anche l’Italia, verranno presi tali provvedimenti anche nelle nostre coltivazioni.
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