La riforma fiscale che entra in vigore in questo 2024 porterà in alcune regioni ad un aumento delle addizionali regionali sui redditi.
Il Governo ha adottato una serie di misure per cambiare l’Irpef. Il grande cambiamento riguarda la riduzione delle aliquote che da quattro diventano tre, trasformando i primi due scaglioni in un’unica fascia.
Lo scopo è ovviamente quello di lasciare più soldi ai lavoratori. Ma probabilmente per far fronte a entrate ridotte, le Regioni, alcune in particolare, hanno deciso di modificare le proprie aliquote ritoccandole al rialzo. I cittadini lavoratori che quindi abitano in alcune aree del Paese potrebbero trovarsi a dover pagare comunque di più, proprio a causa delle nuove addizionali regionali. Gli aumenti previsti sono destinati a cadere su alcune fasce di reddito specifiche.
Unica nota positiva è che per alcuni dei cittadini che in questo 2024 si troveranno a pagare di più ci sarà dall’anno prossimo invece un taglio. Prima di passare a vedere la carrellata delle zone in cui si dovrà pagare di più di addizionale IRPEF segnaliamo che sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze è disponibile l’elenco di tutte le aliquote regionali.
Regioni ritoccate, dove i lavoratori vedranno gli aumenti
La riforma fiscale dell’IRPEF ha lo scopo generale di portare ad una riduzione delle spese relative allo Stato pagate da ciascun contribuente. Ma la riduzione delle aliquote sembra non piacere ad almeno alcune Regioni che hanno deciso di ritoccare al rialzo le percentuali delle addizionali che ricadono sull’IRPEF. In particolare i cittadini che si trovano in Toscana, Lazio e in Molise dovranno a quanto pare pagare di più.
Per la Toscana i redditi sopra i 28 mila euro avranno un aliquota che passa al 3,32%, e al 3,33% con i redditi sopra i 50 mila euro lordi. Stesso genere di aumento per i cittadini del Molise per i quali è previsto il passaggio al 3,33% di aliquota addizionale per i redditi sopra i 28 mila euro. Diverso in parte la situazione per i cittadini che invece abitano nel Lazio. Per l’anno in corso, l’addizionale regionale passerà comunque al 3,33%, mentre per i redditi fino a 35 mila euro nel 2025 ci sarà un ritorno al 1,73% di addizionale. Potrebbe sembrare un passaggio da poco ma, tradotto in numeri reali, l’aumento può superare anche i 1000 euro per i redditi più alti.
La conseguenza più macroscopica che si vedrà con questi aumenti è che il famoso risparmio previsto dalla riforma delle aliquote proposte dal Governo nazionale non sarà così evidente per almeno una parte dei lavoratori e delle famiglie. Rimane in più aperta la questione delle addizionali comunali: questi enti locali hanno chiesto una proroga fino al 15 aprile per deliberare eventuali aggiustamenti e modifiche alle loro percentuali. Quello delle aliquote regionali e comunali è un aspetto importante perché proprio dalle aliquote molti Comuni e molte Regioni traggono buona parte di ciò che entra nelle casse.